Contributo del datore di lavoro a Fondoposte: cosa c'è da sapere

Contributo del datore di lavoro a Fondoposte: cosa c'è da sapere
Contributo del datore di lavoro a Fondoposte: cosa c'è da sapere

Il contributo del datore di lavoro è uno dei tanti benefici riservati a chi sceglie di aderire a Fondoposte; si tratta di un importo il cui onere è a carico dell’azienda e che si aggiunge a quello versato dal lavoratore incrementando il montante accumulato e, di conseguenza, la pensione integrativa futura del lavoratore.

In questo articolo vedremo cos’è il contributo del datore di lavoro a Fondoposte, una esclusiva dei fondi pensione negoziali che ne accresce la convenienza rispetto alle altre forme di previdenza complementare.

Scopriremo, poi, quali sono i requisiti e le modalità per beneficiare del contributo a carico dell’azienda.

Infine, analizzeremo le percentuali di contribuzione previste da Fondoposte per lavoratori e datori di lavoro.

Cos’è il contributo del datore di lavoro a Fondoposte?

A determinate condizioni, chi aderisce ad un fondo pensione negoziale come Fondoposte, ha diritto al contributo a carico dell’azienda.

In sostanza, il datore di lavoro è tenuto a fare dei versamenti periodici al fondo pensione, alimentando il montante del lavoratore o della lavoratrice aderente, e, di conseguenza, contribuendo alla definizione dell’importo della pensione integrativa futura.

Ricordiamo, in particolare, che Fondoposte è il fondo pensione negoziale per i dipendenti di Poste Italiane e delle Società controllate che ne applicano il contratto nazionale.

Dunque gli aderenti a Fondoposte hanno diritto a questa particolare forma di contribuzione, che è una prerogativa dei fondi pensione negoziali, istituiti dai rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale.

A differenza di fondi aperti e PIP (che invece sono istituiti da banche e assicurazioni), offrono l’opportunità di ottenere dei versamenti periodici aggiuntivi, oltre al TFR e ai contributi del lavoratore, che saranno parte della pensione integrativa futura.

Come vedremo l’accumulo di questo contributo in un arco temporale medio-lungo, consente di raggiungere importi anche molto significativi.

Leggi anche il nostro articolo Fondo pensione negoziale: cos'è e come funziona.

Quando si ha diritto al contributo del datore di lavoro?

Il contributo a carico del datore di lavoro scatta automaticamente al momento dell’adesione esplicita, indicando sul modulo di adesione - che ricordiamo deve essere compilato tramite la procedura guidata mediante web disponibile sul sito internet del Fondo - di voler contribuire, oltre che con il proprio TFR, con una quota a proprio carico pari almeno all’1% della retribuzione.

In tal caso, infatti, l’azienda integrerà i versamenti contributivi effettuati a Fondoposte versando anche la quota a proprio carico stabilita dagli accordi contrattuali, il cui importo è pari al 2,3% della retribuzione dell’aderente.

Dunque, la contribuzione a Fondoposte può essere composta da 3 voci:

  • TFR;
  • contributo mensile del lavoratore, trattenuto direttamente in busta paga;
  • contributo mensile aggiuntivo del datore di lavoro.

A queste tre forme di contribuzione è inoltre possibile aggiungere ulteriori contributi volontari una tantum, importi che possono essere versati a discrezione del lavoratore.

Attenzione: se il lavoratore ha invece aderito al Fondo per effetto del silenzio-assenso, ovvero non ha espresso alcuna opzione in merito alla destinazione del trattamento di fine rapporto al momento dell’assunzione o, al più, entro i 6 mesi da tale data, allora aderisce in qualità di “silente”, versando il solo TFR e non beneficiando automaticamente del contributo a carico dell’azienda.

In tal caso per attivare la contribuzione a proprio carico da versare in Fondoposte, e beneficiare quindi anche del contributo a carico dell’azienda occorre accedere alla propria area riservata e, nella sezione "Attivazione Contribuzione" scegliere una percentuale a proprio carico potendo optare tra quella minima dell'1% o una maggiore percentuale con scaglioni di 0,5 (ad esempio 1,5 2,0 2,5).

Le trattenute contributive e il versamento aggiuntivo a carico dell'azienda decorreranno entro il mese successivo a quello in cui la domanda è giunta al datore di lavoro.

Per approfondire questo tema vai alla nostra guida Come fare per attivare la contribuzione a mio carico e a carico dell’azienda?

A quanto ammonta il contributo del datore di lavoro?

Veniamo agli importi relativi alla contribuzione aggiuntiva del datore di lavoro. Innanzitutto, come detto, il lavoratore deve scegliere di versare al Fondoposte, oltre al TFR, anche un contributo mensile proprio, di importo minimo pari all’1% della retribuzione lorda, che viene trattenuto direttamente in busta paga.

Attivando la contribuzione a proprio carico, versando quindi almeno l’1% della retribuzione, il lavoratore matura il diritto al contributo aggiuntivo a carico del datore di lavoro, che nel caso di Fondoposte è pari al 2,3%.

Facciamo un esempio numerico, considerando una retribuzione lorda pari a 2.000 euro; in questo caso, il lavoratore avrà una contribuzione mensile, da aggiungere al TFR, pari a:

  • 20 euro, quale importo minimo a proprio carico;
  • 46 euro come contributo aggiuntivo a carico del datore di lavoro.

In sostanza, il contributo diventa più del triplo di quanto versato direttamente dal lavoratore, raggiungendo nel nostro esempio i 66 euro mensili a fronte di un reale esborso di 20 euro.

Appare subito evidente che, soprattutto ragionando su un orizzonte temporale lungo, tipico della previdenza complementare, il beneficio del contributo dell’azienda diviene finanziariamente consistente.

Se, infatti, considerassimo una permanenza in Fondoposte per 10 anni e riprendessimo l’esempio di cui sopra, con un contributo del datore di 46 euro mensili si raggiungerebbe un importo di 5.520 euro destinati alla pensione integrativa del lavoratore.

Ecco perché il contributo del datore di lavoro è un elemento fondamentale nella scelta della forma di previdenza complementare da adottare, rendendo Fondoposte, per gli aventi diritto, l’opzione più vantaggiosa rispetto a tutte le altre.

Leggi anche il nostro articolo Si può cambiare l'importo del contributo minimo a Fondoposte?.

Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione leggere la Parte I “Le informazioni chiave per l’aderente” e l’Appendice “Informativa sulla sostenibilità” della Nota informativa.

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